Le due facciate della brochure del meeting |
Di questa realtà siamo talmente convinti al San Carlo che, tra le numerose iniziative messe in campo per rendere l’ospedale sempre più attento alle persone dei pazienti e dei familiari (il termine tecnico “umanizzazione delle cure” è cacofonico ma il concetto è valido e potente) abbiamo deciso di dar vita a un laboratorio di medicina basata sulla narrazione per raccogliere in modo permanente, promuovere e valorizzare le storie di pazienti, soprattutto quelli con malattie croniche o rare, anche in collaborazione con il mondo dell’associazionismo. Stiamo perciò elaborando un modello/best practice in grado di valutare e misurare come la medicina basata sulla narrazione possa contribuire a migliorare la qualità di vita del paziente durante la sua permanenza in ospedale, con lo scopo di arrivare ad analizzare e definire chiavi di lettura rilevanti per migliorare elementi fondamentali della vita del paziente, come la diagnosi tempestiva, l’appropriatezza terapeutica e l’adesione al percorso di cura.
Il meeting ha visto la partecipazione di Paola Chesi (Fondazione Istud), Amalia Egle Gentile (Centro nazionale malattie rare ISS), Massimo Milli (Asl 10 Firenze), Lorenzo Moja (Centro Crochane italiano-IRF Negri) Paolo Trento (Asl 3 Umbria).
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