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Il logo della Medicina Narrativa rappresenta un profilo umano. Il profilo simboleggia il volto umano della medicina e risponde all’esigenza di umanizzazione delle cure. Esso, come si può ben vedere, è costruito da una serie di parole-messaggio scelte non per pura casualità ma per mettere in luce quelli che sono i benefici che un percorso di Medicina Narrativa comporta all’interno di un’Azienda Sanitaria.

mercoledì 30 luglio 2014

Narrazione ed evidenza per una sanità da trasformare: un meeting al San Carlo


Il 26 novembre 2013 si è svolto nell'Auditorium del San Carlo di Potenza il meeting di presentazione del progetto: "Narrativa ed evidenze per una sanità da trasformare".
Le due facciate della brochure del meeting
Il rapporto terapeutico è essenzialmente un atto di comunicazione. Per quanto possano essere importanti e preziose le tecnologie è nella narrazione del suo male che il paziente fa al medico o all’infermiere (è il caso del triage di pronto soccorso) che si avvia il percorso di cura. E dell’importanza della parola, del suo potere salvifico tantissimo è stato detto e scritto.
Di questa realtà siamo talmente convinti al San Carlo che, tra le numerose iniziative messe in campo per rendere l’ospedale sempre più attento alle persone dei pazienti e dei familiari (il termine tecnico “umanizzazione delle cure” è cacofonico ma il concetto è valido e potente) abbiamo deciso di dar vita a un laboratorio di medicina basata sulla narrazione per raccogliere in modo permanente, promuovere e valorizzare le storie di pazienti, soprattutto quelli con malattie croniche o rare, anche in collaborazione con il mondo dell’associazionismo. Stiamo perciò elaborando un modello/best practice in grado di valutare e misurare come la medicina basata sulla narrazione possa contribuire a migliorare la qualità di vita del paziente durante la sua permanenza in ospedale, con lo scopo di arrivare ad analizzare e definire chiavi di lettura rilevanti per migliorare elementi fondamentali della vita del paziente, come la diagnosi tempestiva, l’appropriatezza terapeutica e l’adesione al percorso di cura.
Il meeting ha visto la partecipazione di Paola Chesi (Fondazione Istud), Amalia Egle Gentile (Centro nazionale malattie rare ISS), Massimo Milli (Asl 10 Firenze), Lorenzo Moja (Centro Crochane italiano-IRF Negri) Paolo Trento (Asl 3 Umbria). 

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